lunedì 27 ottobre 2014

L'alimentazione nella danza


Danzare e ballare sono attività piuttosto impegnative dal punto di vista fisico, sia durante la preparazione e l’allenamento, che può essere anche molto lungo e, in molti casi, costante per tutta la “carriera”, sia in occasione dell’esibizione, che può essere uno spettacolo o una tournée, un saggio o un provino. Uno degli aspetti più importanti della preparazione di un ballerino, di qualunque stile, deriva dalla qualità dell’alimentazione: si può tranquillamente dire che una bella carriera nasca a tavola, dove si sceglie cosa e quanto mangiare e bere. La prestanza fisica richiesta ad un ballerino è del tutto simile a quella di uno sportivo e l’alimentazione deve essere calibrata esattamente sulle caratteristiche dell’atleta, sul tipo di danza praticata, sulla durata e l’intensità dell’allenamento, sul grado di preparazione e sugli obiettivi. 

Né troppo, né troppo poco: giusto
Mangiare troppo è di solito il problema più comune, ma nel mondo della danza esiste anche il problema contrario, di chi mangia troppo poco, alla ricerca di un corpo esile in modo innaturale e inarrivabile. Un corpo tonico e muscoloso è l’ideale per raggiungere le prestazioni che si desiderano, anche per un ballerino. Deficit alimentari, di vitamine, sali minerali e calorie, portano ad una maggiore fatica nel compiere qualunque attività, danza compresa, danneggiando persino il percorso di crescita - per bambini e adolescenti - e la salute in generale. Per contro, un peso eccessivo derivato da un’alimentazione con troppe calorie o con proporzioni sbagliate di nutrienti - come, ad esempio, troppi grassi o troppi carboidrati rispetto alle proteine - affatica il fisico, danneggia ginocchia e caviglie e impedisce prestazioni adeguate, rendendo anche in questo caso difficile l’attività di ballare. In generale, mangiate poco ma spesso e NON saltate mai una buona colazione, che è uno degli errori più frequenti. Ogni giorno, dovreste mangiare a colazione, pranzo e cena; inoltre fate due spuntini leggeri a metà mattina e a metà pomeriggio, magari con latte o spremute di frutta, che contengono acqua per reidratare il corpo, sali minerali per le ossa e vitamine per il miglior funzionamento degli organi.

Seguire una dieta bilanciata non è molto difficile, ma occorre sempre un po’ di costanza. Ricordate:
 mangiate di meno nei periodi dove si fa meno esercizio, ma con la stessa frequenza;
riducete per qualche giorno i consumi se avete mangiato troppo ad una festa o un pranzo speciale, oppure, meglio, aumentate l’attività fisica;
se avete in previsione uno sforzo particolare, come un provino o uno spettacolo, un pizzico di zuccheri in più ci sta: una barretta di cioccolato prima e un bel bicchiere di latte dopo, sono davvero perfetti!
la colazione rappresenta il pasto principale della giornata e dovete fare il pieno di energia: un bel bicchiere di latte, una fetta di pane e marmellata e per finire un buon frutto di stagione!

Le regole d'oro
- BEVETE sempre molta acqua, anche se non avete sete: non restate a secco!
- VARIATE molto gli alimenti, per coprire tutti i principi nutritivi;
- SCEGLIETE frutta di stagione e verdure fresche, ricchi di sali minerali e vitamine, almeno 2 o 3 volte al giorno;
- RIDUCETE i cibi preconfezionati: contengono spesso conservanti o quantità eccessive di grassi e zuccheri;
- MANGIATE con regolarità, ad orari costanti;
- MANGIATE lentamente, masticando bene;
- EVITATE di eccedere con i pasti e con stravizi per lunghi periodi, come durante le vacanze;
- NON SALTATE I PASTI, perché poi il corpo compensa accumulando più grassi;
- SCEGLIETE latte oppure succhi di frutta senza zucchero aggiunto;
- NON SALTATE MAI LA COLAZIONE: è il pasto più importante della giornata, dopo molte ore di digiuno;
- MANGIATE poco e spesso; per gli spuntini sono perfetti latte e frutta;
- SCEGLIETE carni bianche, pesce e legumi;
- EVITATE gli integratori, servono davvero solo in casi veramente limite.

Siete alla ricerca di un alimento perfetto che contenga tutti i più importanti principi nutritivi? Il latte, per esempio, è un’ottima scelta perché:
• è un alimento completo: contiene zuccheri (lattosio), grassi, proteine, vitamine, sali minerali (calcio, fosforo, magnesio) e acqua;
• è ricco di proteine nobili, complete di amminoacidi essenziali che favoriscono il buon funzionamento dell’organismo;
• contiene tanto calcio e altri minerali che aiutano a rafforzare le ossa e a rendere i muscoli più efficienti (come Mukki Benessere Ossa);
fornisce energia preziosa e diversa a seconda degli elementi da cui deriva: gli zuccheri forniscono energia disponibile in modo immediato; i grassi offrono energia a lunga durata; le vitamine ne producono di nuova;
• dopo lo sport è l’ideale per reintegrare sali minerali e vitamine;
• svolge un’ottima funzione reidratante e aiuta a prevenire le fratture da sovraccarico;
• riduce il rischio di obesità e ottimizza il profilo lipidico;
• per chi deve perdere peso o lo preferisce più leggero, è disponibile latte anche con pochi grassi (come Mukki Latte Linea e Benessere);
• rasserena e migliora la qualità del riposo;
• i nutrizionisti INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) raccomandano il consumo di 2 o 3 bicchieri di latte al giorno, circa 250 ml;
• va bene a tutte le età; se si è persa la tolleranza al lattosio - lo zucchero del latte - in molti casi la si può riacquistare bevendo piccole quantità crescenti ogni giorno oppure scegliendo prodotti a basso contenuto di lattosio 

mercoledì 22 ottobre 2014

Anna Karenina


Dal 25 al 26 Ottobre al Teatro San Carlo Napoli


ANNA KARENINA 

Coreografia: Boris Eifman
Musica: Pëtr Il'ič Čajkovskij
Eifman Ballet Company

Teatro di San Carlo
sabato 25 ottobre 2014 ore 20.30
domenica 26 ottobre 2014 ore 17.00 / ore 21.00


ANNA KARENINA
è un romanzo di Lev Tolstoj che fu pubblicato per la prima volta nel 1877. Il romanzo apparve inizialmente a puntate sul periodico Il messaggero russo a partire dal 1875, ma nel 1877 gli venne pubblicato solo un sunto di poche righe della fine del romanzo e Tolstoj, che lì aveva preso delle posizioni antinazionaliste, fu costretto a far pubblicare a proprie spese e separatamente l'ottava parte.Tolstoj vedeva in questo libro, considerato un capolavoro del realismo, il suo primo vero romanzo. Per la stesura di Anna Karenina egli trasse ispirazione da I racconti di Belkin dello scrittore e poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin.Nel 1887 lo stesso Tolstoj circa l'inizio di Anna Karenina affermò di avere immaginato, mentre era sdraiato sul divano, un «nudo gomito femminile di un elegante braccio aristocratico» e che da lì fu così perseguitato da quell'immagine da doverne creare un'incarnazione.Sebbene la maggior parte della critica russa stroncasse il romanzo fin dalla prima pubblicazione, definendolo «un romanzo frivolo dell'alta società», secondo lo scrittore russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij «Anna Karenina in quanto opera d'arte è la perfezione... e niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato». La sua opinione fu condivisa da Vladimir Vladimirovič Nabokov, che lo definì «il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo».

lunedì 20 ottobre 2014

Scegliere la scarpetta da punta


A grandi linee, si contano oltre 25 marche di scarpette da punta, apparentemente simili tra loro come forma, ma differenti nella sostanza. Cambia infatti la durezza della soletta, il suo taglio, l’altezza della mascherina, la forma del puntale. Queste sono le caratteristiche più importanti delle scarpette. Spesso inoltre si sente dire che un determinato modello sono consigliate per chi ha “un piede in via di sviluppo e per chi ha una buona caviglia”, ma che dipende anche “dalla forza del piede”. Secondo noi una affermazione del genere è fuorviante. La scarpetta non sosterrà una caviglia che non è capace di essere sostenuta in appoggio completo e in mezza punta. La scarpetta, per come è stata congeniata dal suo introduttore storico, è un “mezzo” e non uno “strumento di tecnica”.
Dunque, innanzi tutto bisogna ricordare che tutti hanno un piede con una morfologia propria, chi ha le dita della stessa lunghezza, chi ha l’alluce più lungo, in altre è il secondo dito ad essere più lungo. Questo indica che le dita dovranno “adattarsi” in modo differente al puntale.

Altra caratteristica da valutare è il sostegno della caviglia e del piede nei fondamentali, e quindi la capacità di correggere in ogni fondamentale l’atteggiamento del piede. questo vuol dire buona tecnica, uso del piede e della caviglia corretto nei fondamentali.

Da ultimo viene la “dote anatomica” del “collo piede”. Esistono piedi che sono più dotati (più cavi, magari più “forti”), altri invece meno. Tutti e due potranno studiare la punta, ognuno con risultati differenti e tuttavia con possibilità di sviluppare lesioni.

Dire che un piede deve essere forte, non vuol solo dire che esso sia adatto alla punta. Il piede deve essere armonico, la muscolatura flessoria ed estensoria deve essere ben bilanciata, le dita devono essere correttamente tese nel salvapunta e nel puntale. La maestra e l’allieva dovrebbero quindi scegliere insieme la scarpetta da punta in base alla caratteristiche anatomiche del piede e alla tecnica che la maestra stessa usa sulle proprie allieve per lo studio della punta.

Il “collo del piede” si forma per il continuo e costante lavoro muscolare e articolare, non perché una scarpetta ha una soletta morbida o una mascherina alta o bassa. Una punta inadatta concentrerà gli stress meccanici in aree ristrette del piede, generando tendinopatie e sovraccarichi articolari. Il dolore farà usare male il piede e genererà errori tecnici, in un circolo vizioso: scorretto uso del piede, consumo anomalo della scarpetta, difficoltà ad usarla, con conseguenti tendinopatie e sovraccarichi. Si genera quindi una continua ricerca che porterà più di frequente non a correggere l’uso della punta, ma a riferirsi a una scarpetta da punta di altra marca.

Si cerca di cambiare sempre il “mezzo”, che come detto non è “strumento tecnico”, vale a dire strumento per sviluppare il piede. Il piede dovrebbe già essere pronto per la punta, sia da un punto di vista di “predisposizione anatomica”, che da un punto di vista tecnico. La scarpetta potrà migliorare l’estetica del piede sviluppando doti anatomiche e tecniche già presenti, ma se un piede non ha “sostegno della caviglia”, difficilmente diventerà un piede ben “sostenuto” o il suo “collo del piede” molto sviluppato.

Un ultimo fattore da considerare è legato all’usura della scarpetta. Essa dovrebbe essere simmetrica, e il puntale dovrebbe essere simmetricamente consumato. La scarpetta dovrebbe presentare usura legata all’uso e non ad errori tecnici, il puntale non dovrebbe essere rotto e permettere di posizionare la scarpetta in equilibrio senza denotare deformità della soletta e del contorno della calzatura.

mercoledì 15 ottobre 2014

Cosa indossiamo per danzare?

Al di là dei gusti personali, che influenzano la scelta di un capo piuttosto che di un altro, vogliamo analizzare gli aspetti tecnici che vanno considerati al momento dell’acquisto del nostro completo da danza. La scelta dell’abbigliamento tecnico, deve essere indirizzata su capi che uniscano la praticità e il comfort all’alta qualità dei materiali di composizione.


E’ d’obbligo dare precedenza, per quanto riguarda l’abbigliamento, al cotone elasticizzato con preferenza per quei tessuti che abbiano una percentuale di fibra naturale intorno al novanta per cento e con pesantezza fra i duecentoventi grammi e i trecento (quello che comunemente viene chiamato cotone americano) per metro quadrato.
Da qualche anno sono apparsi sul mercato tessuti sintetici, che hanno catatteristiche simili al cotone, con il vantaggio di trasferire la sudorazione all’esterno e lasciare così la pelle “asciutta”, garantendo un livello di confort molto elevato. Si tratta di microfibre, o “supplex”, che alla morbidezza uniscono un alto fattore di traspirazione: sono materiali che si comportano, in sostanza, come il cotone.

La modellistica deve conciliare le tendenze della moda con il criterio della praticità, per garantire la massima confortevolezza e libertà nei movimenti e consentire alle insegnanti di controllare la corretta impostazione dell’allievo durante le lezioni.

La lycra viene ancora utilizzata, per la sua brillantezza ed  elasticità, nella realizzazione dei costumi da spettacolo, che vengono, così, valorizzati da un punto di vista coreografico.

Il collant da danza merita un’attenzione particolare; è,infatti, un accessorio molto importante  dal punto di vista sia estetico, sia  pratico.

Nel primo caso conferisce uniformità al colore delle gambe eliminando le imperfezioni; sotto il profilo pratico, elimina gli attriti tra abbigliamento e pelle, e funge da guaina per il piede durante l’utilizzo delle scarpe, siano esse mezze o punte.

Le calze un tempo venivano prodotte in poliammide al cento per cento, il cosiddetto“nylon”; poi vennero utilizzate miscele di poliammide ed elastam, “la lycra”. Oggi la microfibra è divenuto il materiale d’elezione: essa conferisce alla calza una morbidezza eccezionale e, se lavorata con il sistema tridimensionale, un’elasticità in ogni direzione assolutamente straordinaria. Le migliori marche utilizzano filato in microfibra  anche per la realizzazione dell’elastico in vita e per le finiture.

I filati in microfibra non sono tutti uguali e, ovviamente, solo i migliori rendono la calza straordinariamente confortevole. Tra questi spiccano per qualità i monoricoperti opachi da sessanta denari, che avvolgono la fibra elastica con novecento spire diverse, conferendo al pezzo finito leggerezza,  basso spessore, un ottimo fattore coprente e una resistenza eccezionale (possono essere tagliate senza che si provochino smagliature).

Come si può dedurre da questa breve introduzione sugli aspetti tecnici dell’abbigliamento, le scelte non sono solamente una questione estetica. Molti altri fattori sono da prendere in considerazione per avere un adeguato supporto durante l’attività di danza.